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Descrizione

I diversi tipi di suddivisione oraria adottati nel corso dei secoli sono di fondamentale importanza per la lettura e, soprattutto, per la comprensione dei quadranti solari, sia antichi sia di recente costruzione.

ORA CANONICA
Si tratta di una tipologia molto antica che si diffuse nella metà del 500 per merito di San Benedetto da Norcia, il quale la adottò nella sua “Regula Monachorum” per scandire i tempi del lavoro e della preghiera dei monaci benedettini. Queste meridiane erano solitamente graffite sulle pareti rivolte a Sud delle chiese romaniche e dotate di un’asticina perpendicolare alla parete che proiettava la propria ombra su particolari linee.
La suddivisione del giorno era impostata in sei periodi di durata diversa tra loro: “Prima” – “Terza” – “Sesta” erano antimeridiani (iniziavano all’alba e terminavano a mezzogiorno); “Nona” – “Vespri” – “Compieta” erano pomeridiani (iniziavano a mezzogiorno e terminavano al tramonto). Il periodo notturno, detto “Mattutino”, era diviso in quattro “Vigilie” di cui la prima dopo il tramonto era detto “Notturno” mentre l’ultima, prima dell’alba, era detta “Lodi”.
A causa di questa divisione il sistema veniva detto “ad ore ineguali”. La maggior parte delle meridiane canoniche non contempla tutte le ore sopra elencate; infatti, sono di solito tre le linee tracciate nella pietra: una verticale e due simmetricamente inclinate di 45 gradi che si riferiscono alle ore “Terza”, “Sesta” (che rappresenta il mezzogiorno ) e “Nona”. Le meridiane canoniche sono ancora lì, dopo centinaia di anni, graffite sulla pietra, hanno dimensioni relativamente piccole (20-30 cm.), ma sono ormai “silenziose” perché prive di stilo.


ORA ITALICA o ORA DAL TRAMONTO ALL’ALBA
Gli orologi solari ad ora italica sono stati utilizzati fino all’inizio dell’800. Erano anche detti “ab occasu solis” poiché segnavano le ore a partire dal tramonto del giorno precedente e dividevano il giorno in ventiquattro ore.
Tale sistema ebbe una larga diffusione dovuta all’importanza che il tramonto ha rivestito fin dal XII secolo: in quell’epoca, infatti, era molto importante sapere quante ore mancavano al tramonto; al contadino, infatti, importava sapere di quante ore di luce poteva ancora disporre prima del calar del sole per poter terminare il lavoro nei campi e ritornare al suo villaggio prima della chiusura delle porte. Ma aveva anche l’inconveniente di doversi adeguare alla variazione del tramonto nell’arco dell’anno, di conseguenza lo stesso momento della giornata era individuato, a seconda delle stagioni, con ore diverse. Nel sistema italico le linee orarie hanno un particolare andamento, esse infatti non convergono in un unico punto e sono disposte a ventaglio in modo fortemente asimmetrico, le linee del mattino praticamente verticali, quelle del tramonto orizzontali.


ORA BABILONICA o ORA DALL’ALBA AL TRAMONTO
Le ore babiloniche suddividono il giorno in ventiquattro ore a partire dalla levata del sole (ab ortu solis) e devono il loro nome al fatto che tale conteggio era comunemente in uso presso l’antico popolo di Babilonia. E’ molto difficile reperire quadranti solari che riportino solo le linee orarie babiloniche, poiché solitamente esse vengono rappresentate contemporaneamente alle ore italiche o francesi; nel raro caso in cui siano rappresentate da sole, sullo stesso edificio compare di solito un’altra meridiana con un diverso sistema di misurazione del tempo.


ORA FRANCESE O ASTRONOMICA
A partire dal 1800, con l’arrivo in Italia delle truppe napoleoniche, venne definitivamente abbandonato il sistema ad ore italiche e fu introdotto il sistema orario detto alla francese che aveva il vantaggio di avere l’ora costante durante tutto l’anno. Tale metodo suddivide la giornata in due gruppi di dodici ore ciascuna; il gruppo delle ore diurne si divide poi in antimeridiane e pomeridiane, e il nuovo giorno ha inizio alla mezzanotte.
La loro grande diffusione è dovuta a vari motivi: innanzitutto alla facilità di lettura interpretativa, poiché l’ombra di tutto lo stilo ricopre la linea oraria; in secondo luogo alla durata costante dell’ora nell’arco della giornata, Alla linea meridiana viene assegnata l’ora XII. Dalla disposizione delle linee orarie rispetto allo stilo è possibile risalire immediatamente alla declinazione della parete sulla quale si trova il quadrante solare: se tali linee sono più fitte alla sinistra della linea verticale meridiana, la parete è declinante ad Est e viceversa.
Con questo sistema ogni località aveva una propria ora (ora locale) legata alla longitudine del luogo. Questi sono gli orologi solari più autentici e più comuni ma presentano un inconveniente: ogni luogo ha la propria ora locale diversa da quella delle località vicine


ORA FRANCESE A TEMPO MEDIO LOCALE
Per fare in modo di uniformare un’ora su tutto il territorio nazionale, esigenza che si fece sentire soprattutto con l’avvento dei primi mezzi di locomozione veloci, si decise di non fare più riferimento solo all’ora francese poiché essa aveva il limite di segnare solo l’ora locale. Il primo in Italia che uniformò l’orario fu Pio IX che nel 1857 lo estese a tutto il territorio pontificio. Nel 1860 venne introdotta l’ora oltremontana a tempo medio in cui la lunghezza standard dell’ora era fatta corrispondere alla media matematica delle durate reali. L’Italia, dopo l’unificazione, adottò nel 1866 per tutto il territorio nazionale l’Ora Media di Roma, passante per l’Osservatorio di Monte Mario.


TEMPO MEDIO DELL’EUROPA CENTRALE
A partire dal XVIII sec. ciascuna Nazione adotta l’ora della sua capitale, generando notevole confusione alle frontiere.
Per ovviare a tale problema, nel 1884 si riunì una Commissione Internazionale che propose la suddivisione del globo in 24 “fusi” con ampiezza costante di 15° ciascuno (360° divisi per 24 ore danno come risultato 15° per ogni ora); l’ora sarebbe stata così quella del meridiano-asse.
Si decise quindi di assumere come meridiano-base, o fuso-zero, quello passante per Greenwich, sede di un famoso Osservatorio astronomico, sul quale vennero regolati i 24 meridiani fondamentali. Da quel momento tutte le località che ricadono all’interno di uno stesso Fuso adottano la medesima ora.
Dal 1893 l’Italia adotta l’ora del Fuso a cui appartiene, il 1° Fuso Orientale (1E), chiamato anche dell’Europa Centrale; il Meridiano Centrale del Fuso passa sull’Etna e pertanto viene anche chiamato Meridiano Etneo.

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